Conad Jazz Contest Story: Intervista con Anais Drago
Conad Jazz Contest Story racconta i protagonisti delle 10 edizioni passate del Contest attraverso una serie di interviste ai musicisti che hanno avviato la loro carriera musicale anche grazie alla loro esibizione sul Conad stage ai Giardini Carducci di Perugia per Umbria Jazz.
In questa prima story abbiamo intervistato per voi Anais Drago, violinista finalista dell’edizione 2019.
Anais, sei un orgoglio del Conad Jazz Contest e ci piace pensare di aver contribuito a farti scoprire. Raccontaci cosa è successo dopo quella tua esibizione.. Ti abbiamo poi ritrovata a suonare ad Umbria Jazz..
Ricordo con molto piacere la mia partecipazione alla finale del Conad Jazz contest nel 2019. Da allora sono successe così tante cose, nonostante ci sia peraltro stata di mezzo una pandemia che ha congelato le attività artistiche per diverso tempo. C’è stata la pubblicazione del mio disco in solo, la premiazione del Top Jazz della rivista Musica Jazz, il premio SIAE, la collaborazione con Enrico Rava e Maria Pia De Vito, molte residenze artistiche, l’esperienza nell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti del maestro Damiani, per non parlare dei tantissimi concerti in tutta Italia che ho tenuto negli ultimi tre anni.
Nel 2022 è stato bello partecipare a Umbria Jazz, sia come ospite del trio Accordi Disaccordi per tutta la durata del Festival, sia con il mio solo nella prestigiosa Sala Podiani. È curioso inoltre che la mia prima collaborazione con Accordi Disaccordi sia avvenuta proprio sul Conad Stage dei giardini Carducci, nello stesso anno della mia partecipazione al contest, quando sia io che loro abitiamo in Piemonte e siamo quasi vicini di casa!
Donne e jazz: il 2024 sembra l’anno delle donne per la musica.. lo sarà anche per il jazz? Vedi in crescita negli ultimi tempi per interesse e consapevolezza per il talento femminile nel jazz?
Credo che il mondo del jazz abbia drizzato le antenne sulle questioni di genere da diverso tempo, e che timidamente inizino a vedersi i primi risultati. La strada è ancora lunghissima, ma sono convinta che le acque si stiano muovendo. È una questione di impegno che deve essere preso da tutte le parti coinvolte: dalla scuola e dagli istituti di formazione, alle direzioni artistiche, ai/alle band leader che devono formare i propri ensemble.
Anais sui social: sei particolarmente attiva e condividi la tua carriera. Quanto è importante oggi la presenza sui social per emergere e farsi notare?
È sempre difficile trovare un equilibrio con un mezzo, quello dei social, in cui le regole cambiano più velocemente di quanto io abbia bisogno per abituarmici. Cerco comunque di essere puntuale nella comunicazione dei concerti e dei principali appuntamenti che mi riguardano. Da un anno inoltre curo una newsletter mensile che mi sta dando grandi soddisfazioni. La newsletter mi consente di fare un checkpoint ogni trenta giorni, facendo mente locale su quanto accaduto e raccontando anche in maniera più intima e conviviale le esperienze artistiche in cui sono impegnata. Sono particolarmente contenta di vedere, mese dopo mese, nuovi iscritti e di ricevere molti feedback in risposta.
Come prosegue il tuo progetto musicale? Come si è evoluta la tua musica nel tempo?
Sono molto contenta del percorso che sto facendo. Ho dedicato un periodo intenso al solo, che ho portato live in tantissimi festival e rassegne e che mi ha aperto la strada a collaborazioni meravigliose; nell’ultimo anno ho intrapreso diverse avventure, l’ultima delle quali accanto a Federico Calcagno e Max Trabucco in un trio di cui sono leader, sostenuto dal centro di produzione WeStart di cui sono parte dal 2023. Credo che la mia musica resti fedele all’idea di voler sperimentare, provare nuove soluzioni. La curiosità è ancora il principale motore del processo creativo. Al contempo, a fianco della mia produzione personale, sono molto felice di aver sempre lasciato aperta la finestra delle collaborazioni in mondi e contesti artistici anche molto diversi dal jazz e dalle musiche sperimentali (come con il cantante Ultimo, o con il mondo del teatro) perché è per me sempre motivo di arricchimento personale e musicale.
Ti abbiamo vista ospite su palchi importanti, anche su un TEDx ed in tv di recente ospite da Bollani. Cosa c’è nel tuo futuro?
L’esperienza nel salotto di Stefano Bollani e Valentina Cenni è stata bellissima. Un clima piacevole, accogliente, nel quale si è realizzato un piccolo sogno nel cassetto.
Sono molto propositiva nel guardare al futuro: il mio trio sta ottenendo bellissimi riconoscimenti (siamo reduci da un concerto in Germania per il quale è stato registrato il sold out con più di mille persone tra il pubblico) e stanno uscendo moltissime date per l’estate; a maggio uscirà un disco per Parco della Musica Records (un lavoro che omaggia Frank Zappa che mi vede coinvolta insieme alla contrabbassista Valentina Ciardelli e al controtenore Riccardo Strano), e fino alla primavera inoltrata sarò in tour con Neri Marcorè ne “La Buona Novella”, spettacolo teatrale/musicale con la regia di Giorgio Gallione che sta riscuotendo un notevole successo, tanto che si parla di una reprise di ulteriori due mesi di tour nel 2025. Continua la mia collaborazione in qualità di ospite con Accordi Disaccordi e pure la mia attività in solo, con i quali ho già in programma diversi concerti quest’anno. Infine, sono reduce da un’esperienza molto interessante che mi ha vista coinvolta, insieme all’artista e performer francese Salômè Guillemin-Pœuf, in un progetto di indagine sonora e deep listening sostenuto dalla fondazione Pro Helvetia. Dopo una settimana di residenza a Venezia svolta nello scorso gennaio, riprenderemo il lavoro in autunno a Ginevra.
Fantastico, grazie Anais! Non vediamo l’ora di ascoltare il tuo nuovo album e di venire a trovarti in tour e nei teatri!