È stata al Blue Note Milano l'ultima tappa del tour dei Five Angry Men
Five Angry Men, vincitori del Conad Jazz Contest 2022.
La band, nata tra le mura di Siena Jazz, è un quintetto il cui repertorio spazia tra free jazz, hard bop e Jazz moderno. Il gruppo è costituito dal sassofonista Lorenzo Simoni, il trombettista Giacomo Serino, il pianista Pierpaolo Zenni, il contrabbassista Matteo Bonti e il batterista Mauro Patti. Provenienti da 4 regioni differenti (Toscana, Lazio, Abruzzo e Sicilia), sono accomunati dalla voglia di sperimentare nuovi linguaggi partendo dalla tradizione.
Li abbiamo accompagnati per tutto il tour – che è parte dei premi riservati ai vincitori del Conad Jazz Contest e che viene organizzato da Umbria Jazz per i vincitori – e vi abbiamo raccontato le loro performance durante le varie esibizioni tra i palchi più prestigiosi d’Italia.
Abbiamo chiesto a loro di raccontarci come è andata subito dopo la conclusione del tour che ha visto il Blue Note Milano come ultima tappa.
Come vi sentite dopo aver completato il vostro tour promozionale? Come è stato suonare al Blue Note?
Questa prima esperienza di tour insieme è stata una bella occasione per conoscersi profondamente sia a livello musicale che personale. Dopo ogni concerto ci siamo resi conto degli aspetti su cui lavorare ma anche di un progressivo miglioramento sul piano collettivo ed individuale, si tratta sicuramente di un’occasione che non capita a tutti ed è importante trarne il maggior numero di insegnamenti possibili. La nostra serie di concerti si è conclusa al Blue Note di Milano, un palcoscenico fantastico a metà tra la sala da concerto ed il jazz club, una bellissima esperienza e forse il luogo più adatto per concludere questo primo percorso insieme.
Quali sono state le vostre aspettative prima di partecipare al Conad Jazz Contest e come queste si sono confrontate con la realtà?
L’idea di formare questo gruppo è nata un po’ per caso, poco prima della nostra iscrizione al contest. Conoscevamo già il premio tramite colleghi che avevano partecipato in passato ed alcuni annunci in rete; non sapevamo cosa aspettarci, l’abbiamo fatto per metterci alla prova ma anche per divertimento, senza troppe pretese. Dopo l’inaspettato premio, abbiamo avuto sicuramente la possibilità di ampliare i nostri contatti e visibilità in qualità di gruppo, a partire dal nostro debutto all’Aquila per la rassegna dedicata alle terre colpite dal sisma.
UJ Weekend, Umbria Jazz Winter, Blue Note, Il Jazz per le terre del sisma, Bologna… Un bel tour! Quali sono state le città o le esibizioni più memorabili durante il vostro tour promozionale?
Forse proprio il sopracitato Blue Note di Milano, un vero e proprio tempo del jazz mondiale nel cuore di Milano, città che non visitiamo spesso. Un altro concerto che ricordiamo con emozione è stata l’apertura di Umbria Jazz Winter ad Orvieto: il tutto esaurito nella sala dei 400 all’interno del magnifico palazzo del Popolo.
Qualche episodio divertente che volete condividere che vi è capitato durante il vostro tour promozionale?
Un aneddoto sicuramente divertente che ci viene in mente è relativo al giorno successivo alla nostra esibizione presso il Camera Jazz Club di Bologna, quando Pierpaolo, preso dai festeggiamenti per la buona riuscita del concerto, ha dimenticato il suo zaino all’interno del Club. Di per se non sarebbe stato un grosso problema, se non per il fatto che Mauro e PierPaolo sarebbero partiti per Torino per i cinque giorni successivi, con partenza in mattinata. All’interno dello zaino c’era tutto il vestiario del pianista per quei giorni. Alla fine siamo stati costretti a prestare a Pierpaolo un outfit a testa.
Quali sono i prossimi progetti per i Five Angry Men dopo il tour promozionale?
L’idea è quella di investire il premio per spingere al massimo il quintetto trovando le giuste figure professionali che possano aiutarci nella promozione del progetto e, sicuramente presto, realizzare il nostro primo lavoro discografico.
Come si è evoluta la vostra musica nel corso del tour?
Abbiamo iniziato condividendo alcune delle nostre composizioni originali arrangiate per il quintetto, il nostro è un gruppo parecchio eterogeneo e quindi ogni brano proveniva da estrazioni diverse tra di loro. Il nostro obiettivo è stato trasformare questa diversità, inizialmente difficile da coniugare, nel nostro punto forte. Gradualmente provando nuovi brani, conoscendosi meglio l’uno con l’altro e plasmando il repertorio al quintetto in modo da creare una sonorità di gruppo, il più sincera e identitaria possibile.
Avete qualche consiglio per i giovani musicisti che vogliono iscriversi al Conad Jazz Contest?
Il nostro consiglio è sicuramente quello di provare, in particolare se avete un gruppo già formato, si tratterà sicuramente di una bellissima occasione per consolidare quelle formazioni già maturate nel tempo o per creare nuovi gruppi e instaurare nuove relazioni.
Come vi preparate per le vostre performance dal vivo?
Siamo soliti riservare la prima parte delle prove allo studio di brani nuovi, in genere composti appositamente per la formazione. Proponiamo e raccogliamo idee, cercando di strutturare i brani in maniera originale e funzionale. La seconda parte delle prove è dedicata all’approfondimento dei brani che fanno già parte del repertorio.
I vostri brani sono composti da vari membri della band. Come gli altri membri contribuiscono alla finalizzazione di un pezzo?
Dipende. A volte i brani arrivano alla fase di prova con una struttura già definita dall’inizio alla fine del brano, perciò a livello formale non ci sono cambiamenti rispetto all’idea compositiva originale. Altre volte invece vengono proposte nuove sezioni o diversi arrangiamenti. In molti casi discutiamo insieme le dinamiche, cercando di ampliare il range dal fortissimo al pianissimo. Nella maggior parte dei casi in particolare la ritmica ha alcuni elementi di partenza per costruire l’accompagnamento, ma viene lasciato spazio alle iniziative individuali e all’interplay.
C’è qualche luogo o festival dove vorreste assolutamente suonare o tornare a suonare in futuro?
Sicuramente sarebbe magnifico esibirsi all’Umbria Jazz Festival di Perugia e al Blue Note, nuovamente. Per il resto ci piacerebbe suonare al Ferrara Jazz Club, e all’estero tra Jazz Festival e Jazz Club.
Non possiamo augurare il meglio per questi talentuosi ragazzi e ci auguriamo di sentir parlare ancora di loro per molto tempo!