10 anni di Conad Jazz Contest, tempo di bilanci. Abbiamo intervistato Giuseppe Zuliani, Direttore Marketing di Conad, promotore del Contest.
Giuseppe – “Pino” come viene chiamato – è stato uno dei sostenitori più accaniti di questo Concorso. Gli abbiamo chiesto di raccontarci i “suoi” 10 anni di Contest.
Qual è stata la motivazione iniziale dell’azienda per lanciare il Conad Jazz Contest? Perché il jazz, perché un concorso di musica?
L’idea è venuta abbastanza spontaneamente grazie alla nostra storica partnership con Fondazione Umbria jazz. Stavamo ragionando sull’arricchire questa partnership con delle attività che avessero una ricaduta per il territorio e che dessero contestualmente una sorta di appuntamento complementare gli amanti del jazz e dopo un confronto con la Fondazione spiegando anche a loro che tipo di visione avevamo per arricchire la sponsorizzazione con un’iniziativa di questo tipo è stato naturale pensare ai giovani e a pensare ad un contest, che è un’attività concreta di supporto per i giovani, restando in ambito jazz che ci consentiva anche di investire su sul loro talento.
Qual è il target di riferimento per il Contest e come è cambiato – se è cambiato – questo target nel tempo e perché?
Il target scelto è “i giovani”, perché vogliamo contribuire al formarsi di una carriera e di prospettive future per chi ha talento in questo ambito. Avevamo pensato anche di lasciare aperta la possibilità a tutti ma poi le edizioni migliori sono state quelle in cui abbiamo fissato la fascia d’età dei partecipanti, li abbiamo stimolati a competere tra loro pari ed è risultata una formula vincente.
Come viene valutata la partecipazione al contest dei giovani musicisti e quali criteri vengono utilizzati per selezionare i vincitori? Conad non compare tra i giudici delle selezioni: come mai?
Ascoltiamo i partecipanti ed i finalisti con molto interesse, ma abbiamo deciso da subito di affidare le decisioni tecniche ai tecnici del settore, così come avevamo già fatto precedentemente con un’iniziativa legata alle scuole con cui premiamo i giovani talenti della scrittura. Crediamo sia necessario che il talento sua valutato e valorizzato da chi se ne intende.
Quali benefici ha ottenuto Conad dallo sponsorizzare il Conad Jazz Contest per tutti questi anni e in che modo questi benefici sono stati misurati? Come sono cambiati/cresciuti questi benefici nel corso di queste edizioni e cosa ti aspetti/cosa si aspetta Conad da questa decima edizione?
Sicuramente abbiamo potuto apprezzare il “ritorno di immagine”, perché la costanza nel portare avanti il progetto per tutti questi anni ha premiato la scelta di Conad ed oggi il Conad Jazz Contest è considerato tra i più importanti se non il più importante e prestigioso concorso per giovani jazzisti d’Italia. A conferma di ciò Il Contest è addirittura venuto fuori in una delle ricerche periodiche che svolgiamo ogni biennio per monitorare la nostra reputazione.
Una cosa che ci ha sicuramente distinti poi è stata la capacità di unire fisico e digitale. Da anni ci impegniamo per rendere più digitale tutto ciò che facciamo ed avere un Contest che parte online, tra iscrizioni e votazioni, e si conclude fisicamente, dal vivo, è stato particolarmente apprezzato anche dal pubblico a cui ci rivolgiamo. In ultimo, non per importanza, il Contest fa parte del nostro progetto di Sostenibilità, intesa anche come sostenibilità sociale ed p riconosciuto anche per questo.
Quali sono state le principali sfide che Conad ha affrontato nell’organizzazione del Contest e come sono state superate?
Beh proprio il fatto di aver organizzato un Contest digitale e in partnership ha implicato uno sviluppo di un’architettura digitale in grado di ospitare un Contest che consenta di caricare musica, farla ascoltare e votare, e fornire tutte le informazioni necessarie. Costruire una “Customer Experience” adeguata è stata una sfida, anche perché in Conad l’attenzione alla Customer Experience è molto elevata. Altra sfida è stata anche definire un palcoscenico, ai Giardini Carducci a Umbria Jazz c’è un palco che è dedicato alle esibizioni dei 10 finalisti e anche per questo ringraziamo l’organizzazione di Umbria Jazz che ha saputo supportarci in tutto.
Quali sono state le performance più memorabili che hanno coinvolto i partecipanti del Conad Jazz Contest negli ultimi 10 anni? Qualcuno che ricordi in particolare? Perché?
Ricordo un anno in cui in contemporanea con Umbria Jazz avevamo anche un nostro evento Conad “Il grande viaggio insieme” ed avevamo deciso di portare in ogni tappa del “grande viaggio” un palcoscenico su cui far esibire questi talenti e quindi ho avuto l’opportunità di ascoltarli di più.
Altra edizione importante è stata quella dello scorso anno, sia perché ha segnato il ritorno dopo lo stop forzato della pandemia, sia perché la ho ancora un po’ nelle orecchie. C’è stato però tanto talento nel corso degli anni e diversi artisti e gruppi finalisti o vincitori del Contest hanno poi avuto una buona carriera.
Quali sono i piani futuri di Conad per il Contest e di quali altre iniziative si fa promotore Conad per supportare il talento, ed in particolare il talento dei giovani?
Abbiamo visto che la formula funziona e quindi per la parte di Contest non abbiamo al momento in programma grandi variazioni. Per il dopo invece ci è venuta l’idea di portare questi musicisti magari nei parcheggi di qualche ipermercato o all’interno di un centro commerciale dove siamo presenti per dare ulteriore risalto all’integrazione ed alle continuità che si integrano in questo progetto. Stiamo valutando come poter portare avanti questa idea.
Quali sono i feedback più significativi che Conad ha ricevuto dai partecipanti al Contest e come questi feedback sono stati presi in considerazione per migliorare l’evento nel corso degli anni?
Un episodio che mi ha fatto particolarmente piacere è avvenuto durante l’estate del 2018: ero a New York con la mia famiglia in vacanza ed era una giornata in cui eravamo stati in giro tutto il giorno a camminare, e alla fine non avevamo voglia di tornare in hotel e non avevo pianificato nulla di particolare, e alla fine siamo finiti allo storico Blue Note di New York ed abbiamo ascoltato un concerto. Io avevo addosso la maglietta con cui avevo girato tutto il giorno ed era proprio la maglietta dell’ultima edizione di Umbria Jazz. Andando al bagno ho incrociato un musicista che suonava lì, il quale mi ha mi ha fermato e ci siamo messi a parlare di Umbria Jazz e casualmente era il padre di uno dei ragazzi che aveva vinto l’edizione di quell’estate allora è stato un incrocio magico che mi ha anche consentito di toccare con mano questa trasmissione dell’entusiasmo e del talento e passione per il jazz di padre in figlio e mi hanno fatto i complimenti che mi sento anche di condividere soprattutto con i partecipanti del Contest perché il grande parco l’hanno creato loro, noi abbiamo semplicemente supportato.