Intervista a Marco Molendini per i 10 anni di Conad Jazz Contest
10 anni di Conad Jazz Contest, tempo di bilanci.
Abbiamo intervistato Marco Molendini, membro storico della Giuria Artistica del Contest.
Giornalista, critico musicale, per lunghissimi anni firma di punta del Messaggero, consulente artistico di Umbria jazz, presidente dell’Associazione di festival Jazz Italian Platform, autore televisivo con Renzo Arbore (il programma Meno siamo, meglio stiamo), per dieci anni conduttore radiofonico Rai di trasmissioni sul jazz, autore e conduttore del programma Rai Amici miei, viaggio nei quartieri raccontati dai romani celebri (Baglioni, Proietti, Venditti).
Ha scritto tre libri: una biografia di Frank Sinatra, Fratelli Brasile, racconto sulla vita di Caetano Veloso e Gilberto Gil, e Le strade del cinema portano a Roma, viaggio nei luoghi che hanno fatto da sfondo per set cinematografici. Insegna all’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico e al Saint Louis music school.
Qual è stata la motivazione iniziale che l’ha spinta ad accettare di essere uno dei giudici del Conad Jazz Contest? Cosa rappresenta per lei il Jazz e cosa rappresenta per lei questo Jazz Contest?
L’importanza dei Contest nel jazz è legata soprattutto alla sproporzione che esiste fra i tanti ragazzi che si appassionano e studiano questa musica e la possibilità di farsi notare, essere conosciuti, diventare professionisti. Cosa estremamente difficile, oltre che per la sproporzione fra offerta e domanda, per il fatto che il jazz è musica che non ammette compromessi. Il concorso permette di identificare e segnalare all’attenzione chi possiede talento e creatività. Soprattutto se viene condotto nel modo in cui questo concorso Conad è stato ideato e portato avanti fin dall’inizio, con un’ampia possibilità di iscriversi e una selezione, a cui partecipa in parte anche una giuria popolare, che bada esclusivamente al merito. Oltretutto ai vincitori viene offerta la possibilità di esibirsi in manifestazioni già affermate oltre a Umbria jazz e Umbriajazz winter, con la chance di intraprendere immediatamente un confronto reale con il pubblico.
La giuria Artistica ha il compito di valutare live i 10 finalisti, così da individuare il vincitore assoluto. Quali sono i criteri di giudizio fondamentali durante le esibizioni dei partecipanti?
Quali sono gli elementi principali che cerca un esperto del suo calibro nei giovani musicisti jazz? Quali consigli vorrebbe veicolare ai partecipanti del Contest di quest’anno?
Le qualità essenziali che deve possedere un giovane musicista di jazz sono svariate. Naturalmente c’è una dote naturale che è il talento. Poi ci deve essere una disposizione alla creatività, non accontentarsi dell’aver raggiunto la preparazione tecnica ma cercare l’originalità e, soprattutto, la sincerità. Il jazz ha una regola che è stata osservata da tutti i suoi grandi protagonisti: suonare quello che ti piace, non quello che piacerebbe agli altri. Queste sono regole semplici che i ragazzi che partecipano al Contest dovrebbero seguire ma non solo per il concorso ma per il loro futuro di musicisti.
Come ha visto cambiare la scena musicale jazz negli ultimi anni e come è cambiata la qualità artistica dei partecipanti al concorso in questi 10 anni?
La qualità dei ragazzi che si iscrivono è generalmente molto alta. L’istruzione musicale jazzistica è molto diffusa e capillare e si sente da come i ragazzi suonano e come, anno dopo anno, le loro proposte sanno essere strutturate. Qualche volta è difficile sottrarsi alle suggestioni di mercato, pensando che quella sia la strada per farsi notare. Con gli altri giudici siamo sempre attenti a tenere ben presente questo pericolo, anche perchè non si tratta di una scorciatoia ma molto spesso si traduce nel rischio di finire in un vicolo cieco.
In che modo il Contest ha contribuito alla scoperta di nuovi talenti nel panorama jazzistico? Quali sono stati i partecipanti più memorabili delle passate edizioni del concorso? Ha continuato a seguire qualcuno in particolare?
Il concorso nella sua storia ha messo in evidenza vari talenti che poi hanno costruito una loro carriera. Su tutti segnalerei la vicenda di Michelangelo Scandroglio contrabbassista band leader che ha subito avuto un forte riscontro dopo aver vinto il Contest e la violinista Anais Drago, violinista originale che ha subito trovato l’interesse di protagonisti storici del jazz italiano come Enrico Rava, Enrico Pieranunzi, Maria Pia De Vito e ha poi vinto il Top jazz, il referendum nazionale indetto dalla rivista Musica jazz, come nuovo talento. Ed è stata ingaggiata anche dal cantautore Ultimo.
Jazz e donne: abbiamo visto evolvere la partecipazione delle donne al Contest, lo scorso anno c’erano diverse donne tra i finalisti e una band “capitanata” da una donna ha anche ottenuto il premio della giuria artistica. Come incoraggiate la partecipazione delle giovani leve femminili alla vostra iniziativa?
Non c’è un criterio per individuare una differenza fra jazz maschile e femminile. L’importante è il talento e le porte sono aperte, anzi spalancate. Il jazz nella sua storia è stato fondamentalmente maschilista, ma nel corso della sua evoluzione poi i talenti femminili sono riusciti ad affermarsi, anche con prepotenza. La stessa cosa avviene con il Contest. La vicenda di Anais Drago è esemplare, ma anche quella degli Olivia.
Il jazz è per tutti oppure no? Quale consiglio vorrebbe dare a chi non si è ancora avvicinato al jazz come musicista o come ascoltatore?
Il jazz è per tutti, ma non per chiunque. E’ musica che richiede partecipazione e passione anche da parte di chi ascolta. Non è da consumare, ma da ascoltare e vivere. Può essere difficile entrare nel suo linguaggio, ma una volta che si presta attenzione difficilmente si può sfuggire al contagio. Il jazz richiede attenzione. Questo è l’unico consiglio che mi sento di dare.
Su Wikipedia di lei si legge che è creatore di neologismi, alcuni dei quali riportati nel vocabolario Treccani: “lasetteizzazione”, “babytalent”, “gieffino”, “celentanesco”. Ci propone un neologismo dedicato ai 10 anni di Conad Jazz Contest?
Contestizzazione, ricerca di talento nel contesto di un contest.
Grazie mille, allora buona contestizzazione per questo Conad Jazz Contest 2023!